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Un tram che si chiama funerale

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Al cimitero in tram , con la bara del defunto e i famigliari in lutto: successe a Milano per più di trent'anni, dal 1895 al 1928.

Nella seconda metà dell' Ottocento la città era in rapida espansione e i cimiteri storici della città, collocati all'interno della cerchia dei bastioni, erano ormai saturi e diventati inadatti alle necessità.

La Gioconda alla stazione Bramante

Venne perciò avviata la costruzione del Cimitero Monumentale , che fu inaugurato nel 1866, e soprattutto del Cimitero Maggiore , aperto nel 1895. Il secondo è noto anche come cimitero di Musocco , oggi un quartiere milanese ma all'epoca Comune autonomo: qui vennero traslati i resti da alcuni piccoli cimiteri che poi vennero chiusi o demoliti.

Ci si rese però subito conto che, per la posizione molto periferica rispetto al centro della città, i cortei funebri avrebbero avuto difficoltà a raggiungere i nuovi cimiteri. Il Comune, in accordo con la Edison che gestiva i tram elettrici in servizio in città, decise allora di far realizzare alcune vetture destinate al trasporto dei feretri e dei parenti. I tram funebri , peraltro, erano già in funzione in altre città europee e degli Stati Uniti.

Il tram funebre nel suo percorso

Quando il servizio ebbe la massima espansione c'erano in servizio 22 motrici e 16 vetture, riconoscibili per il colore nero: i milanesi, con ironia, battezzarono il tram La Gioconda . Le carrozze per i congiunti erano riscaldate o ventilate a seconda della stagione, avevano sedili imbottiti e rivestiti in velluto, e vetri smerigliati per tutelare la privacy.

Come stazione di testa la Edison scelse una struttura in via Bramante (oggi intitolata a Luigi Nono). Qui, dalle varie parrocchie, confluivano le salme da avviare in tram al cimitero.

Ben presto fu però evidente la necessità di servire anche la parte meridionale della città: il 3 ottobre 1907 venne perciò inaugurata una stazione allestita in una palazzina liberty accanto alla Porta Romana (oggi piazzale Medaglie d'oro). La stazione fu costruita in modo da poter gestire in contemporanea due trasporti di salme, senza che ci fosse promiscuità tra i congiunti. Entrambi i percorsi toccavano il Cimitero Monumentale e poi facevano capolinea al Cimitero Maggiore, a piazzale Musocco. All'esterno del Monumentale c'era un'elegante tettoia in ferro a tre campate sostenute da sedici colonnine in ghisa. La campata centrale, più alta di quelle laterali, era destinata al convoglio in prosecuzione per il cimitero Maggiore, le altre servivano per le motrici destinate al Monumentale.

La carrozza riservata ai congiunti

Il servizio fu molto utilizzato, ma quando poi prese piede il trasporto su gomma cessò di essere vantaggioso. In seguito la stazione fu trasformata in circolo ricreativo per i dipendenti tranviari, mentre oggi ospita un istituto termale. I tram neri vennero riverniciati, e conclusero la loro "carriera" come vetture di servizio per la manutenzione delle linee tranviarie.