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La principessa, il sergente e i cani

Quelle che andremo a raccontare sono due storie vere che hanno per protagonisti due donne e due cani sfuggiti alla morte grazie all'inarrestabile forza dell'amore .

La prima storia ha per protagonista la donna del momento: Meghan Markle , la sposa del principe Harry. Nel 2015 ha adottato Guy , un beagle che avrebbe dovuto essere abbattuto.

Era stato trovato nei boschi del Kentucky , negli Stati Uniti. A salvarlo una prima volta era intervenuta l'associazione canadese A Dog's Dream Rescue , che con un viaggio di 800 chilometri ha trasferito il cane in Canada.

Lo stesso giorno in cui è arrivato, l'animatrice dell'associazione Dolores Doherty ha portato Guy a un evento pro adozioni, alla periferia di Toronto . E qui c'è stato un incontro, casuale ma decisivo: Meghan Markle, che all'epoca era in zona per le riprese della serie Suits , vede il cagnolino e se ne innamora.

Meghan Markle col suo beagle

Ora Guy sarà ben accolto nei palazzi della monarchia britannica dove, a dire il vero, i cani sono sempre ben accetti: lo dimostra la regina Elisabetta con i suoi amati Corgie.

Rispetto al passato, tuttavia, ci sarà una differenza: se Meghan Markle, quando era attrice, poteva postare a proprio piacimento le foto sue e di Guy sui social network, ora dovrà sottostare alle regole di corte che, per ogni personaggio della famiglia reale, prevedono profili ufficiali gestiti da team di esperti.

La seconda storia ha per protagonista una riservista dell'esercito statunitense, il sergente Tracy McKithern in forza alla 982° Combat Camera Company. Durante il suo servizio in Iraq come fotografa aveva notato nei pressi dell'accampamento un piccolo cane bianco.

Il sergente Tracy McKithern con Erby

I cani randagi sono frequenti in Iraq, e la cultura locale non è loro favorevole. Nessuno offre loro del cibo, sovente vengono maltrattati.

Nonostante ciò, quando la fotografa allungò la mano verso il cagnolino questi si avvicinò senza timore: un amore a prima vista, tra la soldatessa ed Erby . «Sicuramente era affamato – racconta la padrona – Ma ho subito capito che aveva bisogno più d'amore che di cibo».

Anche i soldati italiani e tedeschi, presenti sul posto, avevano iniziato a prendersi cura di Erby che, tuttavia, aspettava con impazienza il ritorno di Tracy, ogni volta che lei tornava da una missione.

Al momento di rientrare negli Usa, la fotografa mette un post su Facebook lamentando il dolore di non portare con sé il suo cane: nel giro di poco tempo riceve un migliaio di dollari d'offerte, e poi con un crowd fund ne raccoglie altri 3500.

Mentre assolve ai suoi doveri militari il sergente Tracy prepara il necessario per la partenza di Erby: vaccinazioni, documenti vari, l'autorizzazione al viaggio.

Il sergente Tracy parte e, tornata negli Usa, viene destinata a un'altra missione. Ma Erby, che nel frattempo è cresciutoi diventando un bel cagnone bianco, è in viaggio: ad accoglierlo provvedere il marito, anche lui sergente del 982°.

Tracy ed Erby si ritrovano, doipo una lunga separazione

Finalmente c'è l'incontro tanto atteso: un cane nato in zona di guerra, con poche possibilità di sopravvivere, ritrova la sua padrona. Una riunione che è possibile grazie a soldati di tre eserciti, l'aiuto generoso di tante persone, l'intervento di un'associazione che si occupa del salvataggio di cani. «Non ci posso credere – commenta Tracy – Questo è un vero miracolo».