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Dalla ghigliottina...al museo

I turisti che vogliono visitare uno dei musei delle cere Madame Tussauds stanno in fila anche per ore e accettano di pagare biglietti d’ingresso a prezzi non certo popolari (a Londra è 37 sterline). Però sanno che tempo e spesa verranno ben ripagati: si troveranno a tu per tu con i personaggi più celebri della storia e dell’attualità, potranno scattarsi selfie con attori, politici, sovrani, cantanti, campioni dello sport. Ogni museo , infatti, è una realtà in evoluzione continua: due anni fa, per esempio, le statue degli One Directions sono state rimosse, per far posto a celebrità più... fresche. Più di recente, le statue di Harry e Meghan sono state riaccostate a quelle della Regina e della famiglia reale, ma solo per il periodo in cui si celebra il Giubileo di Platino.

Ma chi era Marie Tussaud (1761-1850), cui il museo è intitolato? Non conobbe mai suo padre, morto in battaglia prima che lei nascesse a Strasburgo. Sua madre si trasferì a Berna, come governante del dottor Philippe Curtius : era un medico che, per le sue lezioni di anatomia, modellava in cera muscoli, arti o altri dettagli anatomici.

Marie apprese da lui i primi rudimenti, dimostrando subito un’abilità innata. Quando Curtius si trasferì a Parigi lei e la madre lo seguirono: il medico cambiò professione e iniziò a modellare in cera le figure di personaggi celebri come Madame du Barry , l’amante di Luigi XV.

Madame Tussaud in una delle sue cere

Marie ebbe opportunità di conoscere numerose celebrità dell’epoca, tra cui Napoleone e Robespierre ma, quando scoppiò la Rivoluzione francese , fu sospettata di simpatie monarchiche e incarcerata insieme a Giuseppina Beauharnais , futura moglie di Napoleone e imperatrice.

La fine sembrava ormai imminente, a Marie avevano già rasato i capelli per non intralciare il lavoro del boia. Ma la sua arte la salvò: fu graziata, e le fu affidato il compito di realizzare le maschere mortuarie dei condannati a morte, alcuni dei quali erano stati suoi amici. Tra le altre realizzò le maschere della regina Maria Antonietta, di Marat e Robespierre .

Con notevole sangue freddo, e per battere sul tempo la concorrenza di altri artisti della cera, frequentava le prigioni per conoscere in anticipo il nome dei condannati. Poi, come ricordò nelle due "Memorie", sedeva sui gradini del patibolo, con le teste insanguinate sulle ginocchia, per fissare bene a mente i dettagli del volto e poi ricavare la maschera, dalla quale si sarebbe poi ottenuto il positivo. Quando Marat venne assassinato Marie fu tra le prime ad arrivare sul posto: quando l’assassina, Carlotte Corday, venne ghigliottinata eseguì anche la sua maschera funeraria.

Quando Curtius morì, Marie ricevette in eredità la sua collezione di statue ; nel 1795 sposò François Tussaud. Nel 1802 si traferì a Londra, per esporre le sue statue e allontanarsi dal marito, sfaccendato e alcolizzato. Lo scoppio delle Guerre napoleoniche le impedì di rientrare in patria: per sbarcare il lunario iniziò allora a esporre le statue in varie località di Gran Bretagna e Irlanda. Nel 1835 aprì il suo primo museo a Baker street (la via famosa perché al numero 221b vi avrebbe abitato il detective Sherlock Holmes, tra le figure più note della letteratura poliziesca). La sua fama fu consacrata quando, con incredibile realismo, ricreò la cerimonia d’incoronazione della regina Vittoria.

I ritratti della regina Elisabetta e del principe Filippo

Con le sue statue ricreava anche le scene di crimini efferati che colpivano l’opinione pubblica, e di dice che dei condannati a morte le regalassero i propri vestiti, per aggiungere realismo alle ricostruzioni.

Alcune delle statue realizzate da Madame Tussauds esistono ancora oggi. Il Museo Madame Tussauds è una delle maggiori attrazioni turistiche di Londra, e ha generato delle filiali in altre sette città del mondo.

Quando Marie Tussaud morì, la rivista satirica londinese Punch scrisse in suo ricordo: "In questi giorni nessuno si può considerare popolare se non è stato immortalato da Madame Tussaud in Baker street".