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Le carte da gioco e la morte

Il gioco , in generale, ha sempre portato con sé una gran mole di superstizioni e tradizioni. E' un fatto che non deve stupire, soprattutto in un caso come quello dei giochi a carte dove la bravura è solo una componente, che può essere favorita o ostacolata dal caso o, come spesso si dice, dalla fortuna .

Tra le credenze collegate alle carte, un certo numero ha per soggetto la morte : una casualità che, di primo acchito, parrebbe essere fuori contesto. Anche se, come vedremo, non è così.

Iniziamo dai Tarocchi : del mazzo di 78 carte fanno parte i 21 Trionfi e il Matto, che nel loro insieme compongono i 22 Arcani maggiori .

Gli Arcani maggiori vengono usati nella cartomanzia e, tra essi, alcuni hanno significati negativi anche se la singola carta in sé quasi mai ha valore predittivo, ma è sempre considerata in relazione ad altre. Il 13° arcano rappresenta la Morte, intesa come termine ma anche come trasformazione. Visti da un punto di vista esoterico, infatti, gli Arcani simboleggiano il cammino evolutivo di un iniziato: a metà strada il 13, la Morte, segna la trasformazione dell'uomo, l'inizio di un nuovo ciclo all'insegna di una conoscenza superiore.

Se poi si considerano i collegamenti tra la Morte e gli altri Arcani si apre (per chi ci crede...) una varietà di significati quasi esponenziale. La somma tra la Morte e l'Appeso, per esempio, potrebbe prefigurare la perdita di un parente o di un amico.

Ma passiamo alle carte da gioco francesi , le più usate al mondo (si pensi, per esempio, al loro uso in giochi quali il pocker, il bridge, il blackjack e così via). Anche qui le superstizioni non mancano, a partire da quella che riguarda l' asso di picche , noto anche come "carta della morte". Il significato è collegato alla scomposizione della figura: con un po' di fantasia ci si può vedere una lama (di spada o di lancia) che trafigge un cuore.

Durante la guerra del Vietnam , questa superstizione venne sfruttata come arma psicologica dagli americani (e, per come andò a finire la guerra, non fu molto efficace...). La 25° divisione di fanteria distribuì la carta ai suoi soldati, che la lasciavano sul corpo dei vietcong uccisi . All'epoca si disse che per liberare un'area dai nemici era più efficace lanciare dagli aerei gli assi di picche, piuttosto che le bombe. Questa convinzione rinforzò il morale degli americani, che andavano in battaglia con un asso di picche appeso all'elmetto, oppure lo disegnavano sui loro mezzi.

Le picche entrano anche nella mano del morto , cioè la "coppia nera" composta da due assi e da due 8 di picche e fiori. Si racconta che questa combinazione fosse in mano al pistolero Wild Bill Hickok , quando venne assassinato da Jack McCall, che gli sparò alle spalle. Hickok cadde a terra stringendo nella mano le quattro carte, da allora dette "mano del morto".

In questa carrellata non può mancare un accenno al tressette col morto . E' una variante di uno dei più popolari giochi della tradizione italiana. Nella variante "col morto" si gioca in tre, ma al "morto" vengono ugualmente date le carte, che poi vengono giocate dal mazziere. A dispetto dal nome, un po' macabro, in questo modo si può giocare a tressette anche se non ci sono giocatori a sufficienza per la versione classica.