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La Morte e le feste di fine anno

Non è eccessivo cercare un legame tra la Morte e le feste più belle, quelle della fine dell'anno ?

La domanda è più che ammissibile. Ma può anche trasformarsi in uno spunto per conoscere più a fondo ricorrenze dalle radici antiche , che purtroppo rischiano di trasformarsi in semplici eventi commerciali.

La nostra tesi è che la Morte "c'entra" con le feste di fine anno. E per dimostrarlo porteremo quattro esempi.

Il primo si trova nel presepe napoletano . Tra i tanti personaggi tipici ci sono anche i due compari zi' Vicienzo e zi' Pascale: giocano a carte, impersonano il Carnevale e la Morte. Al cimitero storico delle Fontanelle, in passato, si mostrava un cranio soprannominato a capa e zi' Pascale , cui si potevano domandare i "numeri buoni" per il Lotto.

I "giocatori di carte" del presepe napoletano

Secondo esempio, a Capodanno. Sulla tavola non mancano mai le lenticchie perché portano soldi . I piccoli legumi simili a monete compaiono anche in un racconto della Bibbia : Esaù torna dalla campagna e vede il fratello Giacobbe , anche lui figlio di Isacco, che si sta cucinando una minestra di lenticchie. Gliene chiede un po' ma Giacobbe, nell'accontentarlo, chiede in cambio la primogenitura : una contropartita senza proporzione, dato che il primogenito diventa l'erede e il continuatore della stirpe di Abramo .

Ma Esaù ha davvero molta fame. Considera che, se morisse di fame, perderebbe anche la primogenitura, e allora tanto vale accettare le lenticchie e salvarsi.

E' per questa ragione che gli Ebrei mangiano lenticchie quando sono in lutto . Vogliono ricordare Esaù, che per colpa delle lenticchie aveva perso ciò che più di prezioso possedeva.

Le lenticchie caratterizzano le tavolate delle feste

E' legato al Capodanno anche il terzo esempio, che chiama in causa la tradizione di baciarsi sotto il vischio , legata alla mitologia scandinava .

Baldr , figlio di Odino capo degli dei e della dea Frigg, è il più bello tra tutti gli dei. Ma sogni angoscianti gli annunciano che la fine è prossima. Per scongiurare il pericolo, sua madre impone un giuramento a tutto ciò che esiste al mondo: nulla e nessuno dovrà far del male a suo figlio.

Gli dei iniziano una sorta di gioco, che ripetono ogni giorno: lanciano addosso a Baldr armi e altri oggetti pericolosi, ma niente gli può nuocere.

In realtà c'è un oggetto letale c'è: è l'umile pianticella del vischio, che a causa del suo aspetto inoffensivo non è stata coinvolta nel giuramento. Lo scopre Loki , dio del caos e dell'astuzia: ne prende un ramo e lo mette in mano a Hoor, fratello di Baldr, che non può partecipare al gioco perché è cieco. Il ramoscello vola come una freccia, e all'istante uccide Baldr. Secondo una versione del mito (che non è però quella più diffusa) la madre Frigg si sarebbe chinata piangente sul cadavere del figlio. Le lacrime, cadendo, si sarebbero trasformate in bacche di vischio, e Baldr sarebbe risorto. Ebbra di gioia, Frigg iniziò a baciare chiunque passasse sotto l'albero su cui cresce il vischio: un bacio che era un potente talismano , dato che a chi lo riceveva non sarebbe potuto accadere nulla di male.

Il bacio sotto il vischio si riallaccia alla mitologia scandinava

Ed ecco il quarto e ultimo esempio. Una tradizione tipica dell'Italia contadina affermava che, nella notte che precede l' Epifania , gli animali possano parlare .

Va da sé che nessuno deve ascoltare gli animali mentre parlano, perché altrimenti ne deriverebbero gravissime conseguenze .

Una leggenda romagnola racconta che la padrona di una cascina incaricò il suo bovaro di nascondersi nella stalla per la curiosità di sapere che cosa si sarebbero detti gli animali. L'uomo obiettò che non era una buona idea, che sarebbe stato estremamente rischioso, ma la donna non volle intendere ragioni.

Il bovaro si appostò allora nella stalla, e allo scoccare della mezzanotte sentì che un bue domandare "Sai quando morirà la padrona?", e l'altro rispondere "Domani la portano a seppellire". L'indomani il bovaro riferì la profezia e, nell'apprenderla, la donna ne ebbe un tale spavento che morì sul colpo.