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"Al fuoco!": I grandi incendi della storia

"Al fuoco!". E' il più atavico tra i gridi d'allarme, tant'è vero che oggi gli esperti di sicurezza suggeriscono di gridare "Al fuoco!" invece di "Aiuto!" in caso di aggressione.

La paura delle fiamme è insita nell'uomo. Ma quali sono stati nella storia gli incendi più celebri, quelli che hanno causato i danni più ingenti e il maggior numero di morti nelle città più famose, tanto che ancora oggi vengono ricordati? Citeremo qualche esempio.

E' quasi d'obbligo iniziare col grande incendio di Roma , nel 64 d.C., quando era imperatore Nerone . Scoppiò nella notte tra il 18 e il 19 luglio, e durò nove giorni. Distrusse gran parte della città e causò migliaia di morti: 200.000 persone persero la casa. Si disse, ma non è storicamente provato, che l'incendio venne appiccato per ordine di Nerone, per poi fondare al posto di Roma una città che portasse il suo nome, e che l'imperatore guardasse alla fiamme cantando e suonando la cetra.

L'imperatore Nerone osserva l'incendio di Roma

Per deviare i sospetti, inoltre, Nerone accusò i Cristiani di aver appiccato l'incendio, e ne fece martirizzare un gran numero.

Andando avanti nel tempo, dal 2 al 5 settembre 1666 divampò il grande incendio di Londra . La capitale inglese era già sopravvissuta a un grande incendio, avvenuto nel 1212: ne subì poi un altro il 29 dicembre 1940, durante la Seconda guerra mondiale, a causa di un violentissimo raid della Luftwaffe .

Quella del 1666 fu senza dubbio una calamità ingente, che colpì una superficie di 430 ettari: bruciarono anche 87 chiese, tra cui la cattedrale di Saint Paul . Non è certo il numero delle vittime, ma si ritiene che fu relativamente modesto. Anche se causò danni ingentissimi, il grande incendio di Londra ebbe però una conseguenza positiva: sterminò i ratti e, in questo modo, fece cessare l'epidemia di peste che durava da circa un anno e aveva causato oltre 75.000 morti.

Il grande incendio di Londra mise fine all'epidemia di peste che flagellava la città

Abbiamo accennato al bombardamento tedesco che incendiò Londra nel 1940. Quello di mettere "a ferro e fuoco" le città nemiche era un espediente piuttosto comune, in guerra: ha questa radice anche l' incendio di Mosca del 1812, durante le guerre napoleoniche, che distrusse circa tre quarti della città. Fu il governatore della città, conte Rastopcin , a ordinare l'incendio di fronte alla armate francesi che avanzavano: il saccheggio della città causò poi ulteriori incendi e frenò i tentativi per arginarli. Le vittime furono circa 12.000, tra cui 2000 soldati russi feriti che morirono tra le fiamme. Dal punto di vista militare l'incendio fu un successo: quaranta giorni dopo i francesi iniziarono quella che divenne poi la terribile ritirata di Russia .

Risale invece all'ottobre 1871 il grande incendio di Chicago , che causò centinaia di vittime e distrusse le abitazioni su 6 chilometri quadrati. Secondo la tradizione (in realtà inventata da un giornalista che, in quel modo, aveva intero "colorire" la sua cronaca) l'incendio fu causato da una mucca che calciò una lanterna facendola cadere su un mucchio di fieno.

L'imperatore Napoleone dà l'ordine della ritirata, mentre Mosca brucia

L'incendio fu propiziato anche da errori umani, che rallentarono l'intervento dei pompieri quando le fiamme erano ancora contenute: vento forte e siccità fecero il resto.

In epoca moderna, in relazione alla storia di Torino , è doveroso ricordare l'incendio del cinema Statuto , del 13 febbraio 1983. In via Cibrario 16-18 morirono 64 persone, in prevalenza intossicate dai fumi: le fiamme vennero innescate da un cortocircuito, che appiccò il fuoco a una tenda. Il tragico bilancio avrebbe potuto essere inferiore se, nell'immediato, le procedure per far evacuare il locale fossero state più efficaci, e se tutte le uscite di sicurezza fossero state accessibili (invece tre su quattro erano chiuse).

La tragedia del cinema Statuto mise in drammatica evidenza le carenze delle leggi sulla sicurezza dei locali pubblici. In seguito, sull'onda di quello che fu definito effetto Statuto , la normativa italiana venne radicalmente rivista, introducendo per esempio l'obbligo di materiali antipanico e l'impiego di materiali ignifughi che non producono fumi velenosi.