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L’esercito di pietra

Un fatto che sempre colpisce chi visita Torino è l’abbondanza di monumenti. Tra essi, molti sono quelli dedicati a militari o condottieri.
In realtà ciò non deve stupire. Capitale di un piccolo Stato con molte ambizioni e molti nemici, Torino giustamente ricorda chi, nell’arco della sua storia, ha messo al suo servizio coraggio e capacità di comando. Ecco perciò un itinerario che tocca dieci tra i principali monumenti “militari” della città. Percorso che, come vedremo, inizia non da un monumento in senso tradizionale, ma con un edificio che ancora oggi è in piena attività.
Scuola di applicazione militare e istituto di studi militari dell’Esercito, in via Arsenale: trae la sua origine dalle Regie Scuole di Artiglieria e Fortificazioni, fondata dal re di Sardegna Carlo Emanuele III nel 1739. E’ stata la prima scuola del suo genere in Europa: ha avuto tra i sui allievi personaggi illustri quali Camillo Cavour, Alfonso Lamarmora, Vittorio Alfieri, Ignazio Bertola, Luigi Cadorna, Armando Diaz, Pietro Badoglio.
Alessandro Lamarmora: Torino ha visto la nascita di ben quattro corpi dell’Esercito Italiano.

Sono i Granatieri (1659), i Carabinieri (1814), i Bersaglieri (1836) e gli Alpini (1872). In via Cernaia si trova la statua di Alessandro Lamarmora, fondatore dei Bersaglieri: è ritratto mentre, con la spada sguainata, guida all’attacco i suoi fanti piumati. Fu un personaggio avventuroso e poliedrico. Studiò un nuovo fucile a retrocarica, percorse le valli del Biellese per valutare la difesa dei confini, presentò al re Carlo Alberto una “Proposizione per la formazione di una compagnia di Bersaglieri e modello di uno schioppo per suo uso”, combatté e fu ferito nella battaglia di Goito, comandò la seconda divisione del “Corpo di Crimea”. Proprio in Crimea, a Balaklava, morì di colera nel 1855. Artigliere: è una sorta di arco di trionfo dedicato all’arma di Artiglieria, posto all’inizio di corso Vittorio Emanuele. Una curiosità: quando nel 2005 si mise mano ai restauri, all’interno di due piccoli vani all’interno dell’arco si rinvennero lastre fotografiche risalenti agli anni ’30, che ritraggono scene di vita quotidiana della Torino dell’epoca. Le aveva scattate Armando Dupont, un fotografo che su incarico del Comune per un certo periodo sorvegliò il monumento nelle ore notturne.

Carlo Alberto: al centro della piazzetta omonima, con lo sguardo rivolto verso palazzo Carignano, il monumento equestre di Carlo Alberto è interessante perché circondato da quattro statue dedicate a corpi dell’Esercito Sardo: Artiglieria, Cavalleria, Granatieri e Bersaglieri. Conte Verde: in piazza Palazzo di Città, Amedeo VI di Savoia è ritratto mentre spada in pugno sta per finire due armigeri turchi riversi al suolo. Il soprannome con cui è conosciuto è dovuto al fatto che, in occasione dei tornei cavallereschi, vestiva sempre di verde: colore che continuò a indossare anche quando salì al trono. Fu valoroso combattente, ed ebbe anche fama di impenitente dongiovanni.
Cavalieri d’Italia: è fuso nel bronzo dei cannoni austriaci catturati durante la Grande Guerra il monumento posto in piazza Castello. A differenza da altre statue equestri, il gruppo è statico, quasi rilassato: rappresenta un cavaliere di sentinella, a presidio dei confini. Carabiniere Reale: in viale dei Partigiani si trova il grande monumento che illustra l’impegno dell’Arma sia sul fronte civile (lotta al brigantaggio, soccorso a popolazioni colpite da calamità naturali), sia su quello militare (carica di Pastrengo, guerra in trincea).

Appartengono ai Carabinieri anche i Corazzieri, discendenti delle guardie d’onore degli antichi Savoia: oggi il loro compito è scortare il Presidente della Repubblica. Si distinguono per le uniformi (con elmo e corazza) e per la prestanza fisica (devono essere alti almeno un metro e 90). Emanuele Filiberto duca d’Aosta: è in… buona compagnia l’immagine del duca, apprezzato comandante della Grande Guerra e soprannominato “il duca invitto”. Il suo monumento si trova in piazza Castello: il condottiero è insieme a due gruppi di soldati, in prevalenza fanti e un alpino. Autiere d’Italia: in corso Unità d’Italia, un monumento relativamente moderno (1965) davanti al Museo dell’Automobile ricorda la figura dei guidatori di veicoli militari. A confronto con altri Corpi dell’Esercito, gli Autieri sono relativamente… giovani. Le origini della Motorizzazione Militari risalgono infatti al 1873, ma il ministero della Guerra acquistò solo nel 1900 il primo autoveicolo con motore a vapore.
Terzo Alpini: in viale Ceppi, una sentinella imbacuccata ricorda il Terzo reggimento delle penne nere, fondato a Torino nel 1882. Il monumento venne eretto per volontà degli alpini stessi, espresso nel maggio 1961 a Torino durante l’adunata nazionale per il centenario dell’Unità d’Italia."