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Assaggi per me?

Un lavoro che consiste nell' assaggiare manicaretti di ogni genere, a pranzo e a cena: chi non lo farebbe? Prima di alzare la mano, è meglio ascoltare una specifica: non si tratta di assaggiare i menù di chef stellati per poi dare un voto, ma di ingurgitare qualche boccone dal piatto di re o presidenti per verificare se sia avvelenato .

Ebbene sì: il lavoro di cui parliamo è quello dell' assaggiatore al servizio di un potente: perché contro il veleno non c'è niente altro che serva, né allarmi né guardie del corpo.

Anche se, a dire il vero, anche un assaggiatore può essere inadatto: ci sono infatti veleni che fanno effetto dopo tempo.

La... figura professionale dell'assaggiatore ha origini molto antiche, come ha raccontato nell'ottobre 2018 sul New York Times la giornalista e scrittrice gastronoma Ligaya Mishan .

Papa Alessandro VI, interpretato da Jeremy Irons nella serie "I Borgia"

Nell'antica Persia un coppiere assaggiava il vino offerto al re: ne attingeva un cucchiaino, per non appoggiare le labbra al bordo del bicchiere.

I re macedoni avevano gli edeatroi , gli assaggiatori ufficiali cui spettava anche il compito di assegnare i posti ai banchetti. Col tempo il loro ruolo divenne un onore: il generale Tolomeo , conquistatore dell'Egitto, era stato assaggiatore per Alessandro Magno (che forse morì avvelenato).

Mitridate il Grande , re del Ponto, per evitare di fare la fine di suo padre (che era stato avvelenato) iniziò ad assumere modeste dosi di veleno, fino a rendersene immune: questo procedimento è ancora oggi noto come mitridatismo .

A Roma erano in servizio i praegustatores : sovente erano schiavi che, grazie al loro ruolo, potevano affrancarsi e diventare liberti.

Nella storia più volte il veleno causò la morte di personaggi illustri. Doverosa, a questo proposito, la citazione per la famiglia dei Borgia : un'arma a doppio taglio se è vero che il capostipite, papa Alessandro VI , morì avvelenato (forse per errore).

Anche il dittatore Adolf Hitler temeva di essere avvelenato. Aveva perciò a disposizione un gruppo di 15 assaggiatrici che prestavano servizio nella Tana del Lupo , il quartier generale nazista costruito nella foresta a poca distanza dalla piccola cittadina prussiana di Rastenburg, oggi Ketrzyn. «Hitler non mangiava mai carne, così ci davano sempre cibo vegetariano – raccontava Margot Wolk , una di loro - Molte delle ragazze cominciavano a piangere non appena mettevano il primo boccone in bocca, perché avevano paura: dovevamo finire tutto quello che ci mettevano nel piatto, quindi aspettare un'ora e ogni volta eravamo terrorizzate che potessimo cominciare a stare male. Passato il termine scoppiavamo a piangere, felici di essere sopravvissute».

Margot Wolk, l'assaggiatrice di Adolf Hitler

In epoca più recente, fece scalpore il caso di Uday Saddam , figlio maggiore dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein . Uccise Kamel Hana Gegeo , che era l'assaggiatore di suo padre: per questo motivo fu imprigionato, inviato in esilio ma poi perdonato.

Avere un assaggiatore a disposizione sembra essere una caratteristica dei dittatori: il romeno Nicolae Ceausescu se lo portò appresso addirittura al banchetto organizzato per lui dalla regina Elisabetta a Buckingham Palace, a Londra, nel 1978.

Ma veniamo ai giorni nostri. Uccidere col veleno non è passato di moda: nel 2006 l'ex spia russa Alexander Litvinenko , che aveva tradito ed era passato ai servizi segreti britannici, morì a Londra per un avvelenamento da radiazione da polonio-210. Nel 2017, nell'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur, in Malesia, due donne schiaffeggiarono Kim Jong-nam , fratellastro dell'attuale dittatore nordcoreano Kim Jong-un , contaminandolo con l'agente nervino VX : morì in 20 minuti.

Per questa ragione il presidente turco Erdogan ingaggia propri assaggiatori, e altrettanto fa il presidente russo Putin . In realtà, al giorno d'oggi, disporre di un assaggiatore ha più un significato simbolico che reale. Ci sono infatti veleni che non possono essere rilevati in base al gusto, e che fanno effetto dopo parecchie ore da quando vengono ingeriti, se non addirittura giorni. C'è perciò da pensare che, per i potenti che hanno tanti nemici, l'espressione piaceri della tavola non abbia poi tutto quel significato...

Il presidente russo Putin ha un proprio assaggiatore