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Si salvi chi può: i grandi naufragi

Si parla di naufragi e, di norma, sono due i nomi che vengono subito in mente: quello del traghetto Costa Concordia , colato a picco al largo dell'isola del Giglio, e del transatlantico Titanic affondato da un iceberg.

Ma nella storia sono stati parecchi i grandi naufragi, che hanno causato un ingente numero di vittime. Vediamo allora quelli che hanno avuto elementi di peculiarità tali da farli ricordare ancora oggi.

Iniziamo allora dalla nave passeggeri Wilhem Gusloff , affondata il 30 gennaio 1945 nel mar Baltico. Fu silurata da un sommergibile sovietico, durante la Seconda guerra mondiale: morirono oltre 9000 persone, in quello che passò alla storia come il più grave caso di affondamento mai registrato, per numero di vittime.

Quello della Wilhem Gusloff è il più grave naufragio della storia

La nave stava evacuando civili dai porti baltici verso le coste del mare del Nord, ancora in mano tedesca. Il numero di profughi che volevano sottrarsi all'avanzata dei russi era superiore alla capacità di carico della nave, che aveva come scorta solo una piccola torpediniera. Il sommergibile russo S13 sparò quattro siluri: tre centrarono la nave, che affondò nel giro di 70 minuti. La scorta e altre navi salvarono 1230 naufraghi.

Quello del galeone svedese Vasa fu invece un affondamento annunciato. Il vascello fu costruito per volontà del re Gustavo Adolfo II: affondò nel porto di Stoccolma il 10 agosto 1628, il giorno stesso del varo.

Perché il Vasa colò a picco? Già in fase costruttiva il re intervenne a più riprese per modificare il progetto : fece allungare la nave e aggiungere un secondo ponte per i cannoni, sbilanciandone l'assetto. Per rendere più stabile la nave fu necessario aumentarne la zavorra.

Il galeone Vasa, con gravi difetti di costruzione, affondò il giorno del varo

All'epoca la prova di stabilità per una nave consisteva di far correre contemporaneamente trenta marinai da un lato all'altro del ponte. Quando ciò fu fatto sul Vasa la nave oscillò pericolosamente ma, dato che nessuno ebbe il coraggio di opporsi al re, venne ugualmente dichiarata adatta a prendere il mare.

Il giorno del varo, a causa di un colpo di vento, la nave si inclinò e affondò a soli 120 metri dalla costa : circa 40 delle 130 persone a bordo morirono nel naufragio. Il re pretese una commissione d'inchiesta sul disastro, che non giunse ad alcun risultato. Un notabile dell'epoca commentò: «Solo Dio... e il re possono conoscerne le cause...».

Il Vasa fu recuperato il 24 aprile 1961: dopo un complesso restauro è oggi esposto nel museo a Stoccolma inaugurato nel giugno 1990.

Per la sua epoca la Cap Arcona era considerata una delle navi più belle : un transatlantico lungo 192 metri, in servizio tra la Germania e il Sudamerica.

La nave venne in seguito requisita dalla marina da guerra tedesca. Nell'aprile 1945 venne riempita da prigionieri dei campi di concentramento di Neuengamme e Fürstengrube : l'intenzione era di affondarla nel Baltico, per eliminare le tracce dei soprusi dei lager . A questo scopo le SS bloccarono le vie di fuga e sabotarono le scialuppe.

Il 3 maggio 1945 la Cap Ancona e altre due navi destinate allo stesso scopo erano nella baia di Lubecca, quando ci fu un attacco di aerei alleati. La nave affondò, e gran parte di chi riuscì a raggiungere la riva venne ucciso dalle SS.

La Central America affondò con un immenso carico d'oro

Un altro affondamento con tratti particolari fu quello della nave americana Central America . Era stata soprannominata nave dell'oro perché stava trasportando da Panama a New York un carico di circa 14 tonnellate d'oro , tra cui lingotti e 5.200 monete d'oro da venti dollari. Il 9 settembre 1857 l'imbarcazione fu colpita da un uragano, e iniziò ad affondare: morirono 425 persone. Tutto l'oro colò a picco: la perdita del metallo prezioso che sarebbe dovuto arrivare alle banche, contribuì all'agitazione e alla grave crisi economica passata alla storia come il Panico del 1857, che si scatenò negli Stati Uniti con fallimenti di banche e società e crolli in Borsa.