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Tomba finta, truffa vera

Ha fatto scalpore la notizia, nel febbraio 2023, della scoperta di una falsa tomba egizia a Beni Suef , città sulla riva sinistra del Nilo a un centinaio di chilometri dal Cairo .

I truffatori, in un modo tutto sommato dilettantesco, avevano ricostruito una tomba antica (le decorazioni delle pareti erano state copiate da libri scolastici). Le statue erano scadenti imitazioni in plastica , le pareti erano state ricreate in compensato, i sarcofagi in gesso. Tutt'intorno vari arredi e sedicenti oggetti preziosi, pronti per essere smerciati a commercianti o collezionisti privi di scrupoli. Certe statuette, addirittura, erano state acquistate a Khan al-Khalili , il noto mercato turistico del Cairo.

L'interno della falsa tomba egizia scoperta a Beni Suev

E' stata la prima volta che false antichità egizie sono state spacciate per vere? Assolutamente no. Nell'antico Egitto solo le tombe erano costruite con materiali durevoli, in grado di sfidare i secoli. Più il defunto era ricco e importante, più la sua sepoltura era accompagnata da oggetti preziosi che, si supponeva, avrebbero potuto essere usati anche nell'aldilà.

Ovviamente ciò era noto a tutti e, di conseguenza, sin dall'antichità le tombe sono state le prede più ambite per ladri e saccheggiatori di ogni genere. Col trascorrere del tempo, poi, ai ladri si sono aggiunti gli archeologi, e allora l'interesse per le antichità egizie ha acquistato risonanza mondiale. I ritrovamenti non sono solo finiti nei musei autorizzati, ma hanno anche preso strade secondarie e sono scomparsi.

E se il ritrovamento vero non c'è? Se ne fabbrica uno falso, spacciandolo per buono.

Quando tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento Napoleone Bonaparte iniziò la Campagna d'Egitto , si portò appresso numerosi archeologi . Subito si innescò un commercio di reperti antichi o pseudo tali, mummie comprese. Molte mummie furono imbarcate per l'Occidente, sia per essere esposte in musei sia per alimentare un particolarissimo genere di intrattenimento, il Mummy unwrapping party . Ci si trovava, si prendeva il tè e poi, dopo aver spostato tazze e teiera, sul tavolo veniva deposta una mummia che pian piano veniva liberata dai suoi bendaggi: la speranza, ovviamente, era che all'interno, oltre al cadavere ci fossero anche oggetti preziosi. Si attendeva la sorpresa, una sorta di macabro uovo di Pasqua.

Va da sé che gli egiziani (ma anche falsari europei) capirono presto che le mummie "vere" erano troppo poche per soddisfare la domanda, e dunque occorreva produrne. Dai cimiteri vennero trafugate corpi mummificati di persone decedute per cause naturali (la mummificazione è un processo relativamente consueto, specie se il cadavere è sepolto in un terreno sabbioso e in un clima caldo e secco), che venivano poi spacciate per mummie autentiche.

Dipinto di Paul Dominique Phlippoteaux, "L'esame della mummia di una sacerdotessa di Ammon"

Dopo lo svelamento i resti delle mummie venivano poi ridotti in polvere , e usati in moltissimi campi, dalla medicina alla cosmetica o addirittura in agricoltura, come fertilizzante.

Dalla vendita di antichità contraffatte non furono immuni nemmeno celebri musei. Ai Musei Vaticani sono esposte due mummiette , che si pensava contenessero corpi di bambini. Le analisi chimiche e la tac hanno rivelato una somma di stranezze e incongruenze: dentro le bende c'era una tibia umana , di epoca medievale, e per modellare le bende era stata usata una resina che non si trova in Egitto ma in Europa. Non si sa da dove provengano le mummie conservate a Roma: i curatori del museo, però, hanno deciso di continuare ad esporle al pubblico perché, nel loro genere, sono anch'esse un reperto storico.