Onoranze Funebri Torino Giubileo

Biblioteca

Il funerale nella storia
MEDIOEVO

Quando balla la morte

Nobili, ecclesiastici e dame che ballano con gli scheletri: è la danza macabra , un tema iconografico del tardo medioevo di cui ci sono numerosi esempi in tutta Europa.

Perché questa curiosa accoppiata, tra i vivi e uno dei più inequivocabili simboli della Morte? La ragione è proprio nel memento mori (cioè "ricordati che devi morire"): un modo con cui la Chiesa ricordava ai fedeli che la vita è un passaggio, e che bisogna adeguare le proprie azioni in modo da meritare la salvezza eterna, una volta che sarà arrivato l'inevitabile appuntamento con la Morte .

Gli storici ritengono che la diffusione del tema della danza macabra sia da collegare alla grande epidemia di peste del 1348, che colpì tutta l'Europa e causò un numero impressionante di vittime. Una delle raffigurazioni più antiche è quella che venne realizzata a Parigi, sul muro del vecchio Cimitero degli Innocenti , nel 1424. Questo affresco fu distrutto nel 1669 ma venne in seguito riprodotto sulle mura di altre chiese e cimiteri europei, come ad esempio quello a lato della cattedrale di Saint Paul, a Londra.

Altre rappresentazioni della danza macabra si trovano in Italia, Croazia, Germania, Polonia, Svizzera, Estonia, Slovenia, ecc.

La danza macabra di Santa Maria alle Lastre, a Vermo

Qualche esempio in maggior dettaglio, a partire dall'affresco nella chiesetta di Santa Maria alle Lastre , a Vermo (comune di Pisino, Croazia). La processione che marcia verso una tomba aperta è aperta dalla Morte che suona la cornamusa: ne fanno parte eccelesiastici, il re e la regina, un soldato, un grasso locandiere, un bambino, un mendicante e alcuni scheletri.

La chiesa della Santissima Trinità a Cristoglie, in Slovenia, vista da fuori sembra una piccola fortezza: lo era, infatti, per proteggere la popolazione dagli attacchi ottomani. L'interno della chiesa è interamente affrescato e, tra i tanti soggetti, spicca una danza macabra.

A Tallin, capitale dell'Estonia, la chiesa di San Nicola ha una storia curiosa: si salvò dalle distruzioni collegate alla rivolta protestante perché il suo custode versò piombo fuso nelle serrature dei suoi massicci portoni, per cui non fu possibile entrare. Ma fu seriamente danneggiata dalle bombe sovietiche nel corso della Seconda guerra mondiale. Per questa ragione oggi si può ammirare solo un frammento del suo dipinto più famoso, una danza macabra che in origine doveva essere lunga 30 metri, opera del pittore tedesco Berndt Notke.

La danza macabra della chiesa di San Nicola, a Tallin

A Clusone , in provincia di Bergamo, nell'Oratorio dei Disciplinati di fronte alla basilica di Santa Maria Assunta c'è una danza macabra opera del pittore clusonese Giacomo Borlone de Buschis . Il senso dell'affresco, tutto sommato rassicurante, è riassunto in un cartiglio che divide la danza dall'affresco superiore, quello del Trionfo della Morte. Afferma: "O ti che serve a Dio del bon core non havire pagura a questo ballo venire ma allegramente vene e non temire poj chi nasce elli convene morire" (si può tradurre così: "Tu che servi Dio del buon cuore non avere paura di venire a questo ballo: ma vieni allegramente e non temere, perché chi nasce deve poi morire").

La danza macabra dell'Oratorio dei Disciplinati, a Clusone

La danza macabra è un tema sul quale si sono cimentati anche alcuni compositori musicali . Tra essi il francese Camille Saint-Saëns : nel brano la Morte, usando un violino scordato, chiama i defunti fuori dalle tombe e li invita a ballare fino a quando il canto del gallo segnala l'avvicinarsi dell'alba e segna la fine della macabra festa.