Onoranze Funebri Torino Giubileo

Biblioteca

Attualità
BACHECA

L'eroe nella tomba

« John Brown giace nella tomba là nel pian, dopo una lunga lotta contro l'oppressor. Ma l'anima vive ancor!».

Si apre con la figura di una tomba, una delle più celebri canzoni nordiste della Guerra di secessione americana. Un'immagine che, nella versione originale, è persino più cruda: «John Brown's body lies a-mouldering in the grave» (Il corpo di John Brown giace imputridito nella tomba).

Perché "raccontare" questo personaggio nel momento della sepoltura ? L'intento è quello di mettere in evidenza come l'ideale vada oltre la vita umana.

La tomba di John Brown

Ma chi era John Brown? Era nato a Torrington, nel Connecticut, nel 1800. Suo padre lo educò al pensiero abolizionista , secondo il quale non solo non era lecito ridurre in schiavitù delle persone, ma chi lo faceva commetteva anche un tremendo peccato nei confronti di Dio.

Nel tempo le posizioni di John Brown si fecero sempre più radicali, arrivando a teorizzare la lotta armata contro gli schiavisti. Nel 1856, col grado di capitano di una milizia locale, guidò il massacro del Pottawatomie , in cui i suoi seguaci uccisero cinque sostenitori dello schiavismo.

In seguito fu coinvolto in varie azioni contro gli schiavisti, in una situazione che stava diventando sempre più tesa tra gli Stati del Nord e quelli del Sud. Si impegnò anche a favore dell' Underground Railroad , una rete fatta di itinerari segreti e luoghi di tappa sicuri grazie ai quali gli schiavi potevano fuggire dalle piantagioni del Sud e dirigersi al Nord.

Nel 1859 John Brown pensò di portare un attacco al cuore degli Stati schiavisti. Insieme a 19 compagni prese d'assalto l' arsenale di Harpers Ferry : l'idea era di procurarsi le armi per equipaggiare una brigata di ex schiavi. Ma l'attacco fallì: Brown e i suoi si asserragliarono in un edificio e, dopo aver retto l'assedio, furono in parte uccisi e in parte catturati da una compagnia dell' United States Marines Corp . L'assalto fu coordinato dal colonnello Robert E. Lee , futuro comandante dell'esercito sudista.

Brown e i suoi compagni catturati con lui furono processati a Charles Town. La sentenza fu drastica: impiccagione . «Politicamente parlando, l'omicidio di John Brown sarebbe un peccato imperdonabile – ammonì lo scrittore Victor Hugo - La sua morte probabilmente consoliderà la schiavitù in Virginia, ma darà una scossa all'intera democrazia americana».

John Brown, seduto sulla bara, viene portato al patibolo

La mattina del 2 dicembre Brown fu scortato verso il patibolo: una incisione dell'epoca lo ritrae su un carro, seduto sulla sua bara, tra file di uomini armati.

Dopo l'impiccagione il corpo venne deposto nella cassa, col cappio ancora al collo. Poi la bara fu caricata su un treno diretto a New York, per la sepoltura. Nel suo nome si svolsero imponenti commemorazioni.

La morte di John Brown ebbe un'enorme ripercussione al Nord, ed è considerata una delle cause della Guerra di Secessione, che scoppierà il 12 aprile 1861.

John Brown ritratto in un murales all'interno del Parlamento del Kansas

Il suo esempio non fu dimenticato: «Il suo zelo nei confronti della causa della mia razza era molto più grande del mio: era come il sole ardente davanti alla mia luce sbiadita – scrisse al termine della guerra civile lo scrittore e riformatore Frederick Douglass - La mia era limitata dal tempo, la sua distesa verso le sconfinate rive dell'eternità. Io potevo vivere per lo schiavo, mentre lui ha saputo morire in nome della sua libertà». E non è un caso che, ancora oggi, si canti che l'anima di John Brown vive ancora...