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La maledizione del Club 27: verità o bufala?

Nel linguaggio giornalistico è il Club 27 : a comporlo sono artisti, in prevalenza cantanti rock morti tragicamente a soli 27 anni . C'è del vero, oppure è una bufala , cioè una menzogna diventata virale grazie a Internet?

Il termine venne coniato dopo la morte di Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison , anche se a dare avvio a questa sorta di 'maledizione' fu probabilmente Robert Jonson (1911-1938). Cantautore e chitarrista, è tra i grandissimi del blues americano : «Devo correre, il blues cade come grandine – affermava - E il giorno continua a tormentarmi: c'è un mastino infernale sulle mie tracce». Forse è anche a partire da questa affermazione che su di lui circola una leggenda: avrebbe stretto un patto col Diavolo, vendendogli la sua anima in cambio della capacità di suonare la chitarra come nessun altro.

Jimi Hendrix

Tornando al 'Club 27', in occasione del quindicesimo anniversario della morte di Kurt Kobain, Robert Smith giornalista della National Public Radio disse: «La morte di queste stelle del rock avvenute all'età di 27 anni ha davvero rivoluzionato il modo di guardare al rock».

C'è inoltre da annotare che il 'Club 27' ha una sottosezione, chiamata J27 : ne fanno parte artisti (non solo cantanti) il cui nome o cognome inizia per quella lettera, come Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Linda Jones, Robert Johnson, Jacob 'Killer' Miller, Jean-Michel Basquiat, Jonathan Brandis .

Janis Joplin

Del 'Club 27' fanno inoltre parte Amy Winehouse, Rudy Lewis, Alan Wilson, Dave Alexander, Pete Ham, Gary Thain, Cecilia, Chris Bell, Dennes Boon, Ron 'Pigpen' McKernan, Kristen Pfaff, Fat Pat e altri.

Le morti di tutti questi artisti sono avvenute in modo tragico e violento: in prevalenza overdose, suicidio, incidente stradale.

Amy Winehouse

C'è tuttavia da segnalare che il British Medical Journal nel 2011 ha pubblicato una ricerca che demolisce il mito del Club 27. Gli autori hanno selezionato 1046 musicisti autori di album arrivati al primo posto nelle classifiche britanniche tra il 1956 e il 2007, concludendo che l'età di 27 anni non aumentava significativamente il rischio di morte. Le analisi tuttavia rivelavano un aumento del rischio per i musicisti tra i 20 e 40 anni, e gli autori pertanto concludono: «Questi risultati dovrebbero essere fonte di preoccupazione a livello internazionale: dal momento che i musicisti contribuiscono enormemente al benessere della popolazione è di enorme importanza fare in modo di mantenerli in vita e al lavoro il più a lungo possibile».

Perché allora molta gente crede all'esistenza del Club 27? La risposta va cercata in una delle caratteristiche evolutive più importanti della specie umana, che è quella di trovare degli schemi , in modo da spiegare eventi o prevedere il futuro. Un'abilità così sviluppata che, talvolta, porta a individuare schemi anche là dove non ce ne sono.