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Trovare un… posticino al cimitero?

Trovare un… posticino al cimitero? Messa così la frase non dice molto e, d’istinto, non sembra seria, se paragonata alla sacralità del luogo cui si riferisce. E, pure, proprio di “posticino” si parla ogni volta che si citano i loculi: termine che deriva dal latino ed è il diminutivo di luogo, posto.
Le parole, infatti, racchiudono spesso delle sorprese legate alla loro origine, alla loro etimologia.
E’ un’affermazione valida in assoluto e, come tale, applicabile anche al contesto funebre. E a proposito: il termine “funerale” da dove deriva? Ci sono almeno due spiegazioni possibili: una vede un’affinità col “fumo”, relativo alla combustione o all’incensamento del defunto, l’altra collega a “funi”, attorcigliate e imbevute di pece, usate come torce nell’accompagnamento al cimitero.
E cimitero, già che ci siamo, che origine ha? La radice è greca, e vuol dire “dormitorio”. Un termine più ampio, nella sua accezione, rispetto a quello di “camposanto”, che designa nello specifico il cimitero dei cristiani.

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In molte parole che riguardano l'ambito funerario è presente il concetto di "viaggio"

Se si cercano i sinonimi di tomba, una delle parole che emergono è “sacello”: è un diminutivo di “sacro”, e definisce un piccolo recinto scoperto, a delimitare una zona consacrata. Nei cimiteri, il sacello mortuario è la cappella che accoglie i defunti in attesa di sepoltura.
Se il defunto è una persona illustre, è possibile che ad accoglierlo sia un vero e proprio “mausoleo”. Si tratta di una tomba di eccezionale importanza, tale da ricordare quella che la moglie Artemisia fece costruire per il marito Mausolo, re persiano. Era un edificio di bellezza eccezionale, tanto da essere inserito tra le sette meraviglie del mondo antico. E qui un inciso: è curioso che, tra le sette meraviglie, ben due fossero delle tombe: il Mausoleo e la piramide di Cheope.
Un altro sinonimo di tomba è “edicola”: non ha nulla a che fare con giornali e riviste, è ovvio, e si può tradurre con “tempietto”.

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Le cappelle funerarie vengono definite "edicole", cioè "tempietti"

Per quanto possa sembrare strano, anche le parole “bara” e “feretro” hanno lo stesso significato: “portare” (il defunto che contengono). Bara ha radice indo-europea, feretro è di derivazione latina, ma sono nomi simili nell’indicare una funzione. “Cassa” (da morto) potrebbe apparire come un termine inadeguato, se accostato agli altri due. E invece non è così: in questo caso la derivazione è greca, ma il significato non si discosta troppo, perché indica una “scatola profonda, per il trasporto”.
Questa idea di movimento, di passaggio, è fatta propria anche dalla Chiesa che, a chi è in gravi condizioni di salute, offre il Viatico. E’ la comunione proposta come alimento spirituale per chi si appresta ad affrontare il “viaggio” da questa all’altra vita. E’ un aiuto a chi è prossimo al “trapasso”, cioè all’”andare oltre”.
Chi muore è “defunto”: il termine deriva dal latino, e significa “che si è sciolto dagli obblighi”, e anche “che ha compiuto il tempo”. C’è, nella parola, l’idea di abbandonare la vita quasi fosse un carico, un peso, un impegno.

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Spesso, però, di una persona che muore si dice che è “perita”: quasi che il termine suoni meno crudo rispetto ad altri. In realtà il “perito” è colui “che ha fatto esperienza”. Di qui la possibilità di usare la parola con due significati assai distanti tra loro: nel senso di chi conosce a fondo una determinata materia per averla tanto praticata, e nell’altro di chi ha concluso la sua esistenza dopo averne fatto una esperienza lunga quanto la propria vita. Il defunto viene anche definito “estinto”: qui il significato è più immediato, perché fa pensare alla fiamma della vita che a un certo punto si spegne. C’è poi ancora una parola che viene usata in questi casi, ed è “deceduto”. Anche qui la radice è latina, per una parola che è venata di profonda malinconia: indica infatti chi è “andato via”.
Un significato che, per certi versi, si ritrova anche in “scomparso”: è infatti “chi non si fa più vedere”.
Concludiamo con un accenno a una parola che riguarda chi, nella storia, ha assunto il pietoso compito di dare sepoltura ai defunti. Il termine “necroforo” è antico, e significa “colui che porta i morti”: e anche in questo caso si ritrova l’aspetto del viaggio, del passaggio dal mondo dei vivi a quello dei defunti.