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Costumi e curiosità
COSTUMI E CURIOSITÀ

Il giorno in cui la musica morí

3 febbraio 1959: in quel giorno nello Iowa (Stati Uniti) avvenne un disastro aereo che ancora oggi è ricordato come The day the music died , il giorno in cui la musica morì. Insieme al pilota di un piccolo aeroplano perirono infatti tre giovani icone del rock: Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens . Nel 1970, per ricordarli, il cantautore Don McLean scrisse la canzone American Pie , in cui compaiono questi versi:

«Non ricordo se piansi
quando lessi della sua sposa diventata vedova,
ma qualcosa mi colpì profondamente
il giorno in cui la musica morì».

I tre artisti erano impegnati nel Winter Dance Party , un tour di tre settimane in cui si esibivano sia complessi musicali sia cantanti solisti: erano previsti concerti in 24 città del Midwest. Tuttavia il pullman che avrebbe dovuto trasportare la carovana si rivelò inadatto ad affrontare le lunghe distanze tra una città e l'altra, e le strade rese difficilmente praticabili dal freddo e dalla neve.

Il monumento eretto sul luogo del disastro aereo in cui morirono Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens

A queste difficoltà di tipo logistico si sommò un imprevisto. Per occupare una data rimasta scoperta, gli organizzatori di un festival a Clear Lake, nello Iowa, contattarono il manager del tour che accettò di aggiungere uno spettacolo, il 2 febbraio.

Buddy Holly era contrariato per il cattivo funzionamento del pullman: propose perciò di affittare un volo charter che lo avrebbe portato prima a Moorhead e di lì a Fargo, per lo spettacolo successivo. Fu perciò ingaggiato un pilota locale, il ventunenne Roger Peterson che lavorava per la Dwyer Flying Service.

Un aereo Beechcraft Bonanza B3, simile a quello coinvolto nell'incidente

I posti disponibili a bordo erano solo tre, il biglietto costava 36 dollari : una cifra alta, per l'epoca. Dion DiMucci , quarto nome in cartellone insieme a Holly, Big Bopper e Valens, la ritenne troppo elevata e decise di viaggiare in pullman. Si salvò per un caso del destino, ma non si trattò della sola casualità che precedette l'incidente. Sull'aereo sarebbe dovuto salire il musicista Tommy Allsup, ma Ritchie Valens non aveva mai volato su un aereo da turismo: chiese al collega di cedergli il posto. I due decisero di affidarsi alla sorte, lanciando una monetina : vinse Valens.

Sull'aereo sarebbe dovuto salire anche il musicista Waylon Jennings. Ma il disc jockey e cantante JP "Big Bopper" Richardson, che nei giorni precedenti aveva avuto problemi di salute, chiese e ottenne di poter viaggiare al posto suo.

Quando Holly seppe che Jennings non avrebbe preso l'aereo gli augurò con una risata di "congelare sul vecchio bus" e il musicista, altrettanto scherzosamente, augurò a Holly che il suo aereo "potesse schiantarsi". Un innocuo scambio di battute tra amici, di cui tuttavia Jennings per tutta la vita non ha saputo darsi pace .

L'aereo da turismo, un Beechcraft Bonanza B35 dalla caratteristica coda a "V", decollò dopo l'una di notte dall'aeroporto municipale di Mason City, sotto una leggera nevicata. Peterson non era esperto nel volo notturno, e le condizioni meteo erano avverse: l'inchiesta che seguì al disastro ipotizzò che il giovane, anziché portare l'aereo in quota, si disorientò e, incapace di valutare la strumentazione di bordo, puntò verso il suolo. Lo schianto avvenne dopo soli 8 chilometri dal decollo, in un campo di mais: tutti morirono sul colpo.

Il memoriale che ricorda i tipici occhiali di Buddy Holly

Per ricordare le vittime dell'incidente aereo, l'appassionato di musica anni Cinquanta Ken Paquette ha fatto erigere nei pressi del luogo del disastro un memoriale che raffigura una "steel guitar" e tre dischi con i nomi dei cantanti morti. Nelle vicinanze c'è anche un altro piccolo monumento, che riproduce gli inconfondibili occhiali di Buddy Holly, un musicista il cui stile ha influenzato il lavoro di molti musicisti contemporanei e successivi: tra essi i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan e Bruce Springsteen .